Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali dei prodotti e servizi citati consulta il documento disponibile presso gli Uffici dei Private Banker* e sul sito www.fideuram.it.
* Il Private Banker è un professionista della consulenza finanziaria, previdenziale ed assicurativa iscritto all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari.
La Mia offerta di Consulenza Finanziaria Personalizzata
Premessa.
Il recepimento della Direttiva Mifid nell’ordinamento nazionale ha elevato l’attività di consulenza in materia di investimento a servizio finanziario riservato a soggetti autorizzati, preparati, aggiornati, iscritti ad un Albo Professionale a cui si accede solo per titoli ed Esami.
La consulenza finanziaria ai risparmiatori è quindi finalmente considerata e riconosciuta come la chiave essenziale al fine di consentire alla clientela meno esperta di conseguire positivi risultati reddituali, di evitare errori comportamentali e di ridurre rischi di portafoglio non coerenti con le aspettative di rendimento.
La mia Offerta.
Consulenza e il "faccio da solo".
La teoria moderna di portafoglio fornisce una metodologia che dovrebbe ispirare il comportamento degli investitori in tema di decisioni di investimento e di allocazione del portafoglio di attività finanziarie. Tuttavia, numerosi studi empirici di finanza comportamentale hanno fornito chiare evidenze di comportamenti dei risparmiatori assai difformi dalla razionalità delle scelte di investimento. I risultati insoddisfacenti o le perdite rilevanti del portafoglio di strumenti finanziari gestito in autonomia dal risparmiatore sono normalmente attribuibili alla mancanza di sufficiente grado di informazioni e di conoscenza degli strumenti e dei mercati finanziari oppure a comportamenti incoerenti che si sostanziano in scelte di investimento prive di metodologia e spesso influenzate da emotività e irrazionalità.
Chiunque abbia un minimo di esperienza nella valutazione dei portafogli della clientela e abbia fornito qualche tipo di assistenza ha ricavato probabilmente l’impressione che i portafogli della clientela, soprattutto se non professionalmente gestiti, si formano prevalentemente mediante una sommatoria di decisioni di investimento stratificate e non strutturate. Il portafoglio è costituito cioè da singoli «pezzi» acquistati in diversi periodi di tempo, secondo logiche e motivazioni disomogenee, su consigli e raccomandazioni raccolte da fonti o operatori o, addirittura, da individui diversi. Ciò vale a maggior ragione per i risparmiatori che detengono i propri titoli presso una pluralità di intermediari.
Il servizio di consulenza in materia di investimento è quindi un processo che prevede da un lato una componente di educazione finanziaria alla clientela e dall’altro una metodologia di allocazione e di costruzione del portafoglio fondata su strumenti appropriati.
L’educazione finanziaria consiste nel sostenere e nell'«insegnare» al cliente i comportamenti che consentano di costruire e a mantenere il proprio portafoglio secondo principi razionali e a valutarlo correttamente con la necessaria frequenza. In particolare, il principio base della diversificazione dei rischi di portafoglio, concetto peraltro assai intuitivo, non è a tutt’oggi ben compreso dai risparmiatori.
In molti casi il peso eccessivo di singoli strumenti finanziari detenuti in portafoglio ha comportato gravi perdite per i risparmiatori che non hanno "pesato" il rischio dei propri investimenti. Un altro comportamento incoerente consiste nell’eccessiva rotazione del portafoglio e nella modifica, a volte drastica, dell’allocazione di portafoglio, che accade tipicamente riducendo l’esposizione verso gli strumenti rischiosi nelle fasi di più acuto ribasso dei mercati azionari.
I consulenti finanziari, svolgendo un ruolo attivo nei riguardi delle scelte di investimento (e di indebitamento) dei risparmiatori, possono quindi consentire un miglioramento della redditività mediante una corretta pianificazione finanziaria, un’allocazione ottimale del portafoglio e una riduzione dei costi commissionali e/o degli oneri sul debito.
Il giusto approccio e la costruzione
di una relazione professionale.
È necessario quindi affidarsi ad un consulente finanziario che sia capace di svolgere le due distinte fasi del processo di consulenza che, tra l’altro, corrispondono spesso a due segmenti di risparmiatori: da un lato vi è la consulenza di supporto che mira ad accrescere il grado di conoscenze nel campo finanziario e la capacità di pianificazione finanziaria dei risparmiatori; dall’altro la consulenza professionale che mira a un’ottimizzazione del portafoglio, fornendo adeguati supporti alle decisioni di investimento e di indebitamento delle famiglie.
Il processo di educazione finanziaria è la base di un servizio di consulenza efficace. La crescente domanda di consulenza da parte della clientela è alimentata dalla maggiore diffusione delle conoscenze in materia finanziaria presso i risparmiatori associata a un più elevato grado di scolarità. Nella consulenza infatti i ruoli, e le relative responsabilità, sono ben definiti: il risparmiatore sceglie di farsi «consigliare» da un soggetto ritenuto più esperto e informato, ma rimane titolare della scelta finale sul proprio portafoglio. Diventa quindi fondamentale la capacità del consulente di coinvolgere il cliente nelle scelte di investimento rendendolo edotto delle potenzialità di rendimento e dei rischi connessi a ogni scelta di investimento.
Da questa osservazione trae origine la necessità da parte del consulente di raccogliere le informazioni sul proprio cliente e di valutare attentamente il grado di conoscenza ed esperienza in materia finanziaria, gli obiettivi di investimento, l’orizzonte temporale e la propensione al rischio prima di avviare un rapporto continuativo di consulenza.
L'indipendenza nella scelta.
Una delle condizioni essenziali affinché la consulenza in materia di investimenti raggiunga gli obiettivi desiderati consiste nell’ indipendenza dei soggetti che prestano tale servizio alla clientela. Le raccomandazioni e i consigli sugli strumenti finanziari, forniti dai consulenti ai propri clienti, non devono cioè essere condizionati o distorti da conflitti di interesse, da agevolazioni o incentivi a favore del consulente che possono mettere a repentaglio il dovere di agire in modo onesto, equo e professionale, per servire al meglio gli interessi dei clienti.