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Bond ad Alto Rating? Monetizzateli e riparliamone nel 2026

09-11-2021 12:01

Goffredo Tripi

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Bond ad Alto Rating? Monetizzateli e riparliamone nel 2026

il rischio di un deciso calo dei prezzi di questi titoli suggerisce la loro monetizzazione.

I rendimenti vicino allo zero prezzano i titoli ad Alto Rating con valori enormi.

 

Un rialzo dei tassi, inevitabile, deprezzerà di colpo la loro quotazione, e per i fondi comuni obbligazionari con questo sottostante andrà anche peggio....

 

 

 

 

Bond ad alto rating? Liberatevene e Riparliamone nel 2026.

 

Le nubi all’orizzonte sul mondo delle obbligazioni ad alto rating si addensano sempre di più. L’unico impedimento ad un crollo dei prezzi di questi beni considerati rifugio è tutto nell’enorme debito pubblico in circolazione sia in Europa che, marginalmente, negli USA, il quale spinge le banche centrali a non voler far rialzare i tassi per non rendere de facto quasi inesigibili i titoli che verranno emessi in futuro dagli stati dell’unione e degli USA.

 

L’inflazione però, al di là delle parole di forma dei due Presidenti delle banche centrali, sta iniziando non solo a correre ma accelera sempre di più: le motivazioni, molteplici, e che non voglio qui analizzare per motivi di tempo (pronto per chiunque chieda approfondimenti in questo senso a rispondervi scrivendomi a consulenza@goffredotripi.it) portano necessariamente ad un rialzo dei tassi e, nel mentre questo non accade, l’inflazione continuerà a salire, erodendo potere di acquisto e spingendo i mercati reali verso una stagnazione che è il peggior incubo di un economista.

 

Mettiamo qualche paletto certo:

1)      I tassi non potranno di sicuro scendere ed è anzi probabile che già dai primi del 2022 Gli USA per primi e l’UE successivamente, si muova verso un inevitabile rialzo dei tassi.

2)      I mercati del debito, molto più sensibili e meno controllati dagli interessi delle banche centrali sono già con i tassi in ascesa, basti guardare come un mutuo a tasso fisso negli ultimi sei mesi abbia visto crescere il suo interesse dallo 0.75% all’1.05%.

3)      I fondi comuni di investimento, come moltissimi risparmiatori, hanno nei loro portafogli Investment Grade soprattutto titoli a medio e lungo termine: la duration media (cioè la scadenza mediata dei titoli nei fondi di alto rating) va da 9.2 anni fino a 17.8 anni. Questa longevità adesso è solo un rischio. Se i tassi salgono, i valori di questi titoli scendono pesantemente, in correlazione percentuale della loro duration. Temo che anche molti risparmiatori abbiano ceduto ad acquisire emissioni di titoli di stato a 15 anni o a 30 anni per ottenere una cedola fissa che fosse un po’ più alta del 1%

4)      La duration modificata di un titolo obbligazionario (che potrete trovare fra i dati offerti quotidianamente dal sole 24ore sui Bond) misura matematicamente l’incremento o la perdita in percentuale rispetto al prezzo attuale di quella obbligazione qualora il tasso di interesse ufficiale europeo (che al momento, vale la pena ricordarlo è del -0.,50%) scenda o cresca di un punto percentuale

5)      A mero titolo di esempio, il BTP 1feb33 al 5,75%. Mentre sto scrivendo il suo valore di mercato è di 151,17, la sua duration modificata è pari al 8.85. Quindi, un rialzo dei tassi, decisamente possibile entro la fine del 2022 di 100 punti base, farà perdere valore al BTP sopra citato per ben 13.37 euro, facendo quotare non più a 151.17 ma a 137.79. Questa perdita in conto capitale avverrà equamente per tutti i titoli a tasso fisso ma, in particolare, colpirà proprio i titoli a rating maggiore.

 

Quindi, al momento, mantenere titoli di questo tipo nel portafoglio ha senso solo se si sono comprati all’emissione e si vuole godere da cassettista di tutte le cedole ancora da distribuire, senza preoccuparci della depauperazione del valore del titolo, poiché lo abbiamo comprato a 100 e a 100 ci verrà rimborsato. Per ogni altra situazione è invece una perdita sicura, scritta, vista, prevista e annunciata. Ancor peggio per chi detiene fondi di investimento di sole obbligazioni ad alto rating. Qui non esiste il rimborso a quota cento, ma la perdita della valorizzazione dei beni costituendi il fondo. Più la forbice dei tassi sale, più il vostro rendimento si affossa, due grafici che divergono, la famigerata “bocca del coccodrillo”, che si apre sempre di più a divorare risparmi.

 

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In poche parole, sottopesare ampiamente titoli di questo tipo, incamerando il guadagno quasi per intero delle cedole a venire nell’atto della vendita, ci permetterà di allocare queste risorse in un mercato obbligazionario diversificato e, nel caso, utilizzando molti degli strumenti ibridi che al momento riescono comunque a produrre redditività anche a fronte di bassi tassi di interesse obbligazionari.

Quindi, a fronte della mia esperienza e della mia conoscenza e professionalità, per titoli di Stato da comprare, fossi in voi, ne riparlerei nel 2026 e, qualora il vostro portafoglio ne fosse pieno, mi premunirei al più presto per una exit strategy prima che i buoi siano già scappati dal recinto. Ultimo appunto: se invece che di titoli singoli, siete pieni di fondi obbligazionari investment grade, l’urgenza è ancora maggiore ed impellente perché non rischiate una mancato guadagno ma una perdita virtuale che, in certi casi, potrebbe anche essere tanto sostanziosa da diventare insostenibile.

Fondi conformi alla Sharia Islamica: un'opportunità di stabilità.

07-11-2021 23:29

Goffredo Tripi

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Fondi conformi alla Sharia Islamica: un'opportunità di stabilità.

Investimenti a lungo termine con una forte stabilità? Inserisci nel tuo portafoglio un fondo Islamico.

 

 

Fondi conformi alla Sharia Islamica:

un'opportunità di stabilità.

 

 

Investimenti a lungo termine con una forte stabilità? Inserisci nel tuo portafoglio un fondo Islamico.

 

Strumenti affidabili, fortemente ancorati all’economia reale, i fondi d’investimento islamici (o fondi sharia compliant) rappresentano una vera alternativa nella gestione dei patrimoni. In un mondo finanziario dove c’è una forte voglia di “stabilità” negli investimenti, visti i periodi di forte turbolenza alle nostre spalle, mai come ora, per gli operatori di settore, è utile avere uno strumento di investimento che offre sicurezza e affidabilità nella gestione dei propri asset, garantendo soprattutto quella “stabilità”, che non si trova così facilmente nel settore della Finanza, come testimoniano gli andamenti degli ultimi anni.


Proprio per questo motivo, molta attenzione si sta spostando sui fondi di investimento islamici che sono quello che si potrebbe indicare come un “unicum” nel settore, per il fatto che sono rimasti stabili e sono riusciti a sopravvivere alle difficoltà delle economie mondiali, emergendo fortemente come strumenti affidabili, votati alla “speculazione” positiva e non selvaggia, con un forte legame con l’economia reale. Aspetto, quest’ultimo, che caratterizza sempre meno la finanza occidentale.

 

La finanza islamica

Ma procediamo per ordine, cos’è la finanza islamica? Per la sua forte connessione con le attività produttive, la potremmo definire quasi come finanza “reale”. Rispetto alla finanza tradizionale, poi, la finanza islamica è caratterizzata per un approccio molto diverso agli investimenti: non investe in tutti i settori ma solo in quelli indicati e prescritti dalla Sharia. Come si diceva in precedenza, le ultime crisi finanziarie hanno fatto sì che gli operatori del settore si interessassero in maniera crescente verso i fondi islamici, che sono diventati una vera alternativa nella gestione dei patrimoni. E questo, soprattutto, perchè si tratta di prodotti che vietano la speculazione e che promuovono, invece, una partecipazione attiva del gestore nella società o nel bene in cui il fondo investe, per un periodo medio-lungo, al fine di generare utili per gli investitori.

 

Fondi d’investimento islamici

Il fondo d’investimento islamico è oggi lo strumento che presenta il minor grado di discrezionalità tra quelli proponibili nel mercato occidentale. Una spinta allo sviluppo di questi fondi deriva dalla crescita della ricchezza, all’interno del Medio Oriente, che ha incoraggiato i gestori di fondi a considerare la costituzione di queste soluzioni sia come prodotti stand-alone, sia come parte di una strategia di investimento più ampia, a completamento degli investimenti esistenti per gli investitori stessi. Cosa si può poi ancora aggiungere? Che sono fondi che hanno un valore tipicamente inferiore ai quaranta milioni di euro e che possono essere utilizzati per investire in un’ampia gamma di asset class, tra cui immobili, trasporto, aviazione, private equity e commodity.

 

Funzionamento di un fondo d’investimento islamico

Per molti aspetti, le caratteristiche di un fondo di investimento islamico non sono diverse da quelle di un fondo d’investimento convenzionale, anzi tutt’altro; si pensi ad esempio alla fiscalità e all’ordinamento regolamentare, con la particolarità che si è data ampia importanza a quelli che sono i principi fondatori dettati dalla Sharia, ossia dalla legge islamica. Ogni fondo di investimenti islamico è supervisionato da un Comitato di Vigilanza sulla Sharia, i cui membri vengono scelti tra professori e dottori specializzati riconosciuti in campo islamico, finanziario e del diritto, che accertano e certificano periodicamente che tutte le operazioni svolte dal fondo sono conformi all’Islam.

Ci sono poi dei vincoli sul fondo d’investimento sia in termini di attività delle società in cui il fondo partecipa, sia in termini di tipologie di attività in cui il fondo può investire come, per esempio, il divieto dell’impostazione d’interessi o l’esigenza di purificare il guadagno haram (o proibito).

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Numeri del mercato e prospettive di sviluppo


Si stima che entro il 2030, la percentuale di cittadini musulmani in Europa dovrebbe essere del 5% e del 26,4% a livello mondiale (in aumento quindi dal 23% attuale), mentre è indicato nel 10% il tasso di crescita annuo che si registra nel settore dei fondi di investimento islamici. Per quanto riguarda il Vecchio Continente, poi, i fondi islamici europei, rappresentando attualmente l’8,3% dei fondi islamici al mondo, hanno ampie prospettive di crescita, dettate anche da un sostenuto sviluppo economico, con particolare riferimento soprattutto ai settori del petrolio e della produzione di materie prime.

Finanza solidale, etica, responsabile, sostenibile, creatice di opportunità e lavoro.

17-08-2021 00:21

Goffredo Tripi

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Finanza solidale, etica, responsabile, sostenibile, creatice di opportunità e lavoro.

E' il tempo delle scelte. Il treno per un futuro migliore, passa una volta sola.    Ho creduto e credo ancora fermamente nel risparmio gestito come un

 

 

 

 

 

 

Il tempo delle

scelte è arrivato.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho creduto e credo ancora fermamente nel risparmio gestito come unica reale opportunità per differenziare il proprio portafoglio in investimenti capaci assieme di fornire quella diversificazione e quella non correlatività fra asset in grado di generare guadagno.

 

Credo però, di fronte a quanto sta accadendo in questi ultimi anni, e soprattutto davanti al moltiplicarsi di eventi estremi catastrofici (che un tempo avremmo definito “cigni neri” e che invece accadono in maniera sempre più seriale e frequente), che sia davvero giunto il momento di modificare gran parte del nostro approccio sulla scelta delle aziende su cui puntare e sui settori da valorizzare non solo per ottenere utili ma, ben più importante, per preservare la Vita su questo pianeta in modo che anche le prossime generazioni possano avere sulla Terra un futuro dignitoso e pieno di speranza e possibilità.

 

Per fare questo però bisogna per forza assumere delle decisioni non più procrastinabili, che devono avere come discriminante per l’inserimento di una determinata azienda nei nostri portafogli valutazioni che vadano oltre la mera profittabilità a breve periodo.

 

Gli ultimi 20 anni si sono caratterizzati nella rincorsa continua a costruire strutture economiche e agglomerati multinazionali polifunzionali mirati a creare denaro dal denaro, spingendo l’economia globale sull’orlo dell’abisso per ben due volte, economia privata che è  sopravvissuta solo grazie agli immani sforzi degli Stati Sovrani che hanno iniettato denaro pubblico, di tutti noi, per salvare un capitalismo miope e incapace che per avidità aveva spinto alla totale rovina ogni meccanismo economico privato. Un convitato di pietra capace di creare utili soltanto tagliando il costo del lavoro e i diritti di chi quel lavoro offriva, bruciando beni preziosi ed inestimabili per qualche percentuale in più nel bilancio o, semplicemente, imbrogliando, nella migliore tradizione di Wall Street e Company.

 

Questa visione distruttiva dell’economia ha  generando le condizioni ambientali “perfette” allo sviluppo dello stesso Covid 19 (La più letale e devastante pandemia degli ultimi cento anni, causa diretta di 5 Milioni di morti ed indirettamente di quasi 25 milioni, fonte Johns Hopkins University), malattia che ha potuto crearsi solo grazie alla devastazione  ecologica di interi continenti per estremizzare la produzione intensiva di cibo animale e la conseguente distruzione di interi ecosistemi, ponendo in promiscuità e in condizioni igieniche aberranti intere classi di animali destinati in parte ad essere cibo per l’essere umano, creando un laboratorio naturale ideale per lo sviluppo di questo virus letale.

Il Covid 19 non è che l’ultimo tassello di un percorso affaristico scellerato lastricato di cattive intenzioni, con obbiettivi mirati a ottenere budget a breve termine con obiettivi di breve durata e di navigazione a vista, senza una visione collettiva e armonica di sviluppo, pronti a superpagare AD, CEO, GM del tutto mediocri, capaci di generare utile nel breve e senza prospettive, mirando esclusivamente al taglio dei costi, abbattendo diritti, salari, delocalizzando, umiliando specializzazione e competenze, infierendo infine sulle difese sociali dei lavoratori e delle famiglie.

 

Fortunatamente, non tutte le aziende sono così. Fortunatamente possiamo iniziare a puntare su settori e su strategie che rispondono a mirate esigenze di tutela dei diritti umani, di totale assenza di discriminazioni, di rispetto per l’infanzia, di strutture che non partecipano in alcun modo nella costruzione, distribuzione e proliferazione delle armi, che investono mente, energia, passione, tempo e denaro in progetti visionari atti ad abbattere le emissioni dei gas serra, a migliorare il livello di desalinizzazione dell’acqua, a fornire in un ciclo virtuoso cibi di qualità a prezzi abbordabili anche nei paesi più poveri.

 

Non solo: finalmente anche l’industria del risparmio gestito comincia a comprendere l’importanza sempre maggiore di queste scelte offrendo ai risparmiatori strumenti (quali alcuni Fondi Comuni di Investimento e Diversi ETF) che contengano nei loro asset solo aziende certificate, progetti solidali all’interno di portafogli gestiti per generare un circuito economico alternativo globale a impatto zero, in una sorta di economia circolare che però valorizzi la prima catena di trasmissione: i produttori agricoli, i braccianti, i lavoratori, gli operai e i loro diritti. Non solo quindi fondi Etici, o fondi sostenibili, o fondi di natura ESG o ecologici e ambientali. Alcune Sicav iniziano a puntare anche su fondi ESG incentrati sulla diffusione dell’istruzione nel mondo, sulla tutela delle famiglie, sull’incentivare progetti che mirino alla dignità delle persone più deboli.

 

Un risveglio di coscienze che sembra in qualche modo un tentativo, seppur tardivo, di invertire la rotta delle scelte di quella parte del potere economico e produttivo che sta iniziando a capire che questa è l’unica soluzione percorribile se vogliamo salvare il genero umano, preferendo aziende e compagnie responsabili, corrette, etiche e pulite, piuttosto che su settori di dubbia sostenibilità o dal forte impatto distruttivo sociale e ambientale, discriminatori o lesivi di valori universali sanciti nelle carte dell’ONU come diritti inalienabili del genere umano.

 

Pochi giorni fa, un grande uomo che ha dedicato la sua intera vita a salvare persone senza badare al loro colore, alla loro politica o al loro denaro, chi ha prematuramente lasciati. Oltre ad avere avuto l’onore di conoscerlo personalmente, non posso fare a meno di ricordare uno dei suoi pensieri più importanti, quasi un mantra di vita: "I diritti degli uomini devono essere diritti di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi".

In questa frase c’è tutta l’essenza dell’unico futuro possibile di questo pianeta ed in questa visione c’è anche l’unico modo di costruire anche noi, con il nostro contributo, un mondo dove i nostri denari investiti vadano a sostenere fruttuosamente e virtuosamente quelle realtà, quelle aziende, quelle strutture, quelle idee e quella speranza di vita che riescano a salvaguardarci tutti, a rendere il nostro futuro più vivibile e sereno, che siano in grado di chiudere coi grandi errori economici del passato e preparare la trasformazione a 360 gradi che nei prossimi 20 anni stravolgerà il mondo, volenti o dolenti, consapevoli o ignari.

 

Se cambieremo in positivo o in negativo dipenderà soltanto da noi. Certo, ognuno di noi non è che una goccia; E cosa può fare una goccia di fronte al fuoco? Ma cos’è un Oceano se non milioni e milioni di gocce unite, capaci di estinguere qualunque incendio con una sola onda?

 

Da parte mia, offrirò ai miei clienti solo prodotti che rispondano alle caratteristiche elencate in questa mia presa di posizione e chiunque vorrà invece investire ancora anche sul “lato oscuro della finanza”, verrà da me scoraggiato e spinto, per quanto possibile professionalmente, a rivedere le sue strategie di investimento per il suo interesse.

 

Nei momenti importanti, bisogna avere il coraggio di scegliere. Un filosofo italiano ucciso il 27 aprile del 1937 dal regime fascista affermò una volta “Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza”.

 

Bene, da oggi sarò partigiano, nel rispetto del mio mandato, nel rispetto dei miei clienti, nel bilanciamento di ciò che sia giusto fare.

 

E’ l’ora delle scelte, e voglio fare attivamente la mia parte; Scegliere e decidere su quale lato del fiume stare; E quello che farò professionalmente punterà ad aiutare il pianeta con le mie competenze e conoscenze a diventare sempre di più un luogo dove migliorare ogni giorno la sua qualità e dimensione, la sua prospettiva e la sua vivibilità,  trasformandolo passo dopo passo nel miglior mondo possibile per tutti gli esseri umani che calchino questo pianeta, rendendo tutto quello che è giusto, etico, responsabile, onesto, rispettoso dei lavoratori e degli individui, anche profittevole per chi abbia il coraggio di investire nel giusto futuro possibile.

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Se cercate il modo per coniugare tutto questo in una azione responsabile, condivisa, rivoluzionaria e coerente con i valori più nobili della nostra specie, e ritenete di avere bisogno di un aiuto per dipanarsi nella matassa delle scelte per trovare quelle giuste, sarei onorato nel potervi aiutare a prendere con consapevolezza, autonomia e conoscenza